Pagina (35/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Adunato anche questa volta il consiglio in Campidoglio, si venne alla sentenza di spalancare le prigioni, donde uscirono da quattrocento detenuti, tutti accanniti contro il pontefice. Si diedero a correre per la città, e condottisi anche a Ripetta dov'erano le secrete del Sant'Uffizio, «e dove stavano settantadue eretici, dei quali quarantadue erano eresiarchi», col fuoco e colle scuri apertele, fecero giurare a que' detenuti «di voler sempre esser cattolici; come se tutti in un istante fossero convertiti», e li posero in libertà, sfogandosi a ferire, saccheggiare, bruciare robe e carte nel palazzo, poi nel convento della Minerva, minacciando mettervi il fuoco se tosto i Domenicani «non isgombravano da Roma, perchè più non s'impacciassero nel Sant'Uffizio». Segue narrando gl'insulti alla statua del papa, e come la testa «fu rotolata giù pel monte di Campidoglio, divenuta ludibrio di ogni vil sorta di gente, insultandola con grandi strapazzi non solo i fanciulli e gli eretici, ma anche i timidissimi Ebrei, e da uno di questi coprendosi colla berretta gialla, che Paolo loro aveva comandata per distintivo»: poi al domani in Campidoglio si fece decreto che saccheggiato fosse ed abbruciato il palazzo dove il papa stava da cardinale, e fossero gettate a terra tutte quante le armi e l'immagini di casa Caraffa34.
      Di quest'ingiuria volle si facesse riparazione il suo successore, e che il senato romano, ogni 17 gennajo, assistesse alla messa cantata in Sant'Eustachio, che poi si cambiò nell'offerta d'un calice d'argento e quattro ceri a Santa Maria sopra Minerva.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Campidoglio Ripetta Sant'Uffizio Minerva Domenicani Roma Sant'Uffizio Campidoglio Ebrei Paolo Campidoglio Caraffa Sant'Eustachio Santa Maria Minerva