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      Da poi, che farei più in Italia? Predicar sospetto, e predicar Cristo mascherato in gergo; e molte volte bisogna bestemmiarlo per soddisfar alla superstizione del mondo; nè manco scrivendo potrò dare in luce cosa alcuna. Per questi ed altri rispetti eleggo partirmi, e prontamente; chè veggo che procedono in modo, che dà pensar che vorrebbero infine farmi rinegar Cristo o ammazzarmi. Credo se Paolo fosse nel mio caso non piglierebbe altro partito...... Ho inteso che il Farnese dice che son chiamato perchè ho predicato eresie e cose scandalose. Il Teatino, Puccio45 ed altri che io non voglio nominare, dalli avvisi che ho avuti, parlano in modo, che se io avessi crocifisso Cristo, non so se si farebbe tanto rumore. Io son tale qual sa V. S., e la dottrina si può sapere da chi mi ha udito: mai predicai più riservato e con modestia che quest'anno, e già senza udirmi mi hanno pubblicato per un eretico. Ho piacere che da me incomincino a riformare la Chiesa. Temono infino un frate con l'abito nostro in Ara Cœli, che il Capitolo ordinò che gli fosse cavato l'abito: onde, udendo tanta commozione contro di me, penso sia bene cedere a tanto impeto. Dall'altra parte pensate se mi è aspro per tutti li rispetti che sapete. Considerate se sento repugnanza a lasciar tutto, e a pensare che si dirà. Cristo ha permesso e voluto ch'essi mi perseguitino così, a qualche buon fine. Mi sarebbe stato sopra modo gratissimo parlarvi, ed avere il vostro giudizio e di monsignor Polo, o una lettera loro.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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