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      «Avendo adunque desiderio di salvarmi, andai considerando che vita dovessi tenere, cercando che le religioni umane fussero sante, massime per essere approvate dalla Chiesa romana, la quale pensavo, che non potesse errare. Parendomi che la vita de' frati di San Francesco, nominati dell'Osservanza, fosse la più aspra, austera e rigida, però la più perfetta e a quella di Cristo più conforme, entrai in fra di loro, e benchè io non vi trovassi quello che m'ero immaginato, niente di meno non mi si mostrando per allora vita migliore, secondo il mio cieco giudizio stetti così in fin a tanto che incominciarno apparire al mondo i frati Cappuccini, e visto l'asprezza della vita loro, con repugnanza non piccola della mia sensualità e carnal prudenza presi l'abito loro e credendo d'aver trovato quello che cercavo, mi ricordo che dissi a Cristo: - Signore se ora non mi salvo, non so che farmi più. - Vedi se ero empio fariseo. Posso con Paolo dire (Gal. I) - Io profittavo nel giudaesimo, sopra molti di mia età troppo zelante delle paterne tradizioni e ammaestramenti. - Ma pochi giorni stetti con essi, che il Signore incominciò a aprirmi gli occhi, e mi fece in fra l'altre vedere tre cose: la prima, che Cristo è quello che ha satisfatto per li suoi eletti e meritogli il paradiso, e che lui solo è la giustizia nostra; la seconda, che i voti delle umane religioni sono non solo invalidi ma empj, la terza, che la Chiesa romana, benchè di fuore resplenda agli occhi carnali, niente di meno è essa abominazione in cospetto di Dio.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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