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      Tu in obbedirgli con andare ad una certa morte, onori e approvi supremamente la sua autorità; con disonore sommo di Dio, tu mostri a tutto il mondo di averlo per vero e legittimo vicario di Cristo in terra, sapendo certo che egli è Anticristo; però dâi gran scandalo al mondo con ingiuria di Dio. Cristo s'è servito di te in fino a ora con questa maschera dell'abito e vita, acciocchè con minor sospizione della superstiziosa Italia potessi predicare la grazia, l'evangelio, il gran benefizio di Cristo: Ora Dio si vuole servire di te in altro modo; vuole che alla scoperta scriva la verità, senza alcun rispetto umano, il che, perchè non potresti fare stando in Italia, però Dio ti ha condotto in questa necessità.
      «Dipoi non potevo più tacere vedendo così impiamente sotto spezie di pietà ogni dì di nuovo crocifiggere Cristo: era necessario che io parlassi, sì come sanno quelli che più familiarmente praticavano meco, e che io dannassi non solo i costumi, ma molto più l'empia dottrina del regno d'Anticristo, nè potevo vivere in fra quell'empie e diaboliche superstizioni, ipocrisie, idolatrie, inganni o tradimenti di anime. Ben sai che al partirmi repugnava il senso e la carnale prudenza, secondo la quale mi era difficile lasciare Italia con parenti e amici, gran credito, reputazione e nome; e scientemente espormi alle calunnie e infamie del cieco mondo, immo di tanti Farisei, i quali per invidia erano sì pieni di veneno che crepavano. Vedevo la bella occasione che avrebbono da sfogarsi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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