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      Questo gusto delle discussioni religiose crebbe quando vi capitò la Renata, desiderosa di emulare la regina Margherita, e di fare di Ferrara quel ch'essa della Navarra, il nido de' pensatori settarj. Dotta di storia, di lingue, di matematica, di teologia, e sapendo discorrere senza annojare; aveva imparato astrologia dal napoletano Luca Guarino: parlava così bene italiano come francese: di corpo infelice, pure maestoso, di spirito sottile e dilicato90: prese a secretario Bernardo Tasso; e irata ai pontefici Giulio II e Leon X pe' torti che aveano fatti a suo padre in tante maniere, ne rinnegò la potestà e dimenticò l'obbedienza, giacchè non potea far peggio perchè donna. Quando essa ringravidò la terza volta, il francese poeta Marot in un'elegia la felicitava d'aver concepito in tempi sì fortunati, e le prometteva la ruina del papa e della santa sede, nemica alla casa di lei. La troviamo lodata come santissima anima dal Brucioli nella dedica della Bibbia; per gran religione dal Belussi nella giunta alle Donne illustri del Boccaccio, da Gianfrancesco Virginio bresciano nel dedicarle le sue Lettere, che al Fontanini, giudice arcigno, parvero seminate di frasi eterodosse, e la Parafrasi sulle Epistole di san Paolo.
      Ricordiamo volontieri com'ella abbondasse in carità, e massime coi Francesi che dalle guerre tornavano derelitti e sofferenti; e se alcuno le rimostrava come in tali spese eccedesse, «Che volete? (rispondeva); e' son francesi, di mia nazione, e sarebbero sudditi miei s'io avessi avuto barba al mento».


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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