Pagina (166/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E se dalli conati loro non avrà poi a riuscir altro, almeno potranno interturbare che non si faccia adesso concilio, tale che abbia quieta esecuzion sopra di loro: la qual saria grande infelicità del pontificato di cotesto santissimo pastore. Del qual Concilio, che per certo abbia ad esser fruttuoso e con grandissimo onore di Dio e di papa Paolo III in sempiterno, io ne ho più speranza che mai io abbia avuto, e per l'inclinazione che io vedo in questi principi, e avendo conosciuto d'appresso chi è questo Martino Lutero, quanto senza nervo e senza giudicio quanto una bestia: e voglio vaticinar che con la sola indizione, la qual presto faccia nostro signore, e sarà quella che farà creder compiutamente li principi e li popoli che si fa daddovero, l'audacia di colui e la insania rimanerà fratta e debilitata, e di tutti li suoi seguaci insensati: così come all'incontro ella se corroborerà e crescerà in infinito se il Concilio per qual causa si voglia s'andasse differendo, per questa ragion solache disseminariano che il papa non ha ardire di farlo: e questo è stato il loro Achille, da alcuni anni in qua, a commovere il volgo sapendo di non poter difender le cose sue.
      Vi ho fatto menzione di Pomerano e non detto altro di lui. Egli è uno de' primi della sinagoga, parroco di Wittemberg, e quello che impone la mano e ordina sacerdoti in tutta quella setta, e me lo diceva egli medesimo di averne questa autorità, data da frà Martino e da quelli altri dell'accademia, e nelle ordinazioni servare il modo tradito da santo Paulo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Concilio Dio Paolo III Martino Lutero Concilio Achille Pomerano Wittemberg Martino Paulo