Pagina (187/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Così piaccia al Signor di svegliar cui dorme, e accenderli alla imitazione. Egli ha avuto sempre al letto fratelli cristiani119 che saviamente a tempo facevano l'officio, e li ricordavano solamente quel che importava, resecando le superfluità120, e le inezie e le empietà. E esso parecchie fiate fece confessioni bellissime: fra le altre, questa: egli, poco innanzi l'ora del morire chiamò il vescovo suo fratello e monsignor Francesco Grisoni suo genero e madonna Cecilia de' Vittori sua sorella e disse loro: «Poco tempo è che appunto tra noi, che siamo qui, conducessimo le nozze di mia figlioccia; e sia ringraziato Dio, che me ne contento assai. Ora, tra quei medesimi che siamo qui per volontà di Dio, abbiamo a concludere un par di nozze spirituali, e queste sono dell'anima mia con Cristo crocifisso, e prego quel caro sposo che se la pigli adesso, adesso». E aggiunse: «Questi saranno fatti; bisogna morir e dare quest'anima. Finora non ho fatto altro che parole per il mio signor». Così disse. Su la qual confessione, dove il Figliuol di Dio morto in croce si prende per sposo, difensor, salvator dell'anima nostra, io per me sicuramente credo che possiamo fondar la certezza della salute; e che in certe cose esterne121 e simulate, che usano gli ipocriti, la non si possa fermare per niente. Basta. Egli era fedele e già molto infocato nell'amor di Gesù Cristo. Le sue esequie sono state tali, che hanno potuto piacere a quei che sono pii. Nelle cose indifferenti si è fatto quasi secondo usanza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Francesco Grisoni Cecilia Vittori Dio Dio Cristo Figliuol Dio Gesù Cristo