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      Soggiungiamo una lettera in proposito.
     
      All'illustrissimo et eccellentissimo signore signor mio singolarissimoil signor duca di Ferrara.
     
      Modena alli 48 d'aprile 1540.
     
      Vostra eccellenza deve sapere come questo anno in questa città si fa il Capitolo delli frati di Santo Agostino, il qual'hora si ritrova essere principiato: e perchè pare consuetudine che, per il tempo ch'egli dura, il pergamo della chiesa cathedrale suol essere deputato a quella religione, il Capitolo della quale si celebra, acciochè li frati d'essa possano predicarvi a lor piacere, egli così havendolo domandato qui questo anno, il reverendo vicario di monsignor il vescovo ricercatone, anche dalli magnifici conservatori, s'era contentato che essi, secondo il solito, l'havessero. E perchè si ritrovava essere qui un frate di zoccoli, qual vi predicava, ben comportato dal precitato vicario et con licenza sua, e per certe conclusioni quali gli erano state mandate dalli precitati frati di Santo Agostino, per le quali s'erano scambiate alcune parole tra il precitato predicatore di zoccoli et il frate che gliel haveva portate era nata qualche altercatione et alteration dell'animo d'esso predicatore, per la quale pare che nella predica del venerdì lui con qualche parola pungesse questi frati de Santo Agostino; havendone loro inteso qualche cosa, mandarono alla sua predica di hier mattina due deli loro frati, dali quali esso fu notato che, nelle due infrascritte cose, havesse predicato a carico della loro religione: l'una che raccomandando lui al popolo li detti frati de Santo Agostino acciò che153 gli porgesse ajuto de limosine in questo Capitolo, haveva soggionto, che, oltra questa limosina attuale, pregava ii popolo che ne facesse anche loro un'altra spirituale, cioè di pregare Dio che inspirasse li cuori di tutti quei frati a fare elettione de predicatori et confessori, li quali predicassero et confessassero più catholicamente che fin qui non havevano fatto: l'altra che, annonciando al popolo il giubileo e plenaria indulgenza che haveva concessa Nostro Signore a questi frati per questo loro Capitolo, haveva detto: Io credo bene che sarò forsi riputato un buffone da loro, facendomi essi annonciare quell'in che non credono.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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