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      questo frate a carico della loro religione io non sapevo cosa alcuna, perchč non ero stato a quella predica, nemeno da altri n'havevo sentito ragionare: ma che bene tenendo il luoco che tenevo, l'uficio mio era di non lasciare pullulare contese nč discordie, ma di spegnerle et conservare la unione e la pace in la cittā, e che ricordavo anche loro che era cosa molto pių conveniente a buoni religiosi il trattare questa cosa amichevolmente et fra poca brigata, che esclamarne et contenderne publicamente; e che, fin che fra loro non erano d'accordo, io non volevo che nč l'uno nč l'altro predicasse nel Duomo. Loro mi risposero essere apparechiati a parlarne in presenza mia col precitato frate zoccolante, e che ogni volta che lui disdicesse quanto l'haveva detto a carico della religion loro erano satisfatti, et metterebbono la cosa in silentio. E mi ricercarono che io lo mandassi a chiamare, il che non mi parendo de fare cosė improvisamente, mandai prima a chiamare il reverendo guardiano di essi di zoccoli, il qual venuto e me insieme con un altro frate di suoi, qual diceva essere stato a quella predica, et essendosegli comunicato la doglianza che facevano questi frati de Santo Agostino, esortandolo a vedere d'accomodare questa differenza, lui respose essere nuovo di questa cosa perchč non era stato alla predica, e che quando pur esso predicatore havesse detto qualche cosa di dispiacere alli Augustiniani, l'haveva forsi fatto provocato da colera per una mentita che gli haveva dato quel frate che gli portō le conclusioni.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantų
Utet
1865 pagine 728

   





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