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      Un predicatore, che a Modena annunziava la giustificazione in senso contrario a quel di Lutero, e che le buone opere fatte in grazia di Dio meritassero l'eterna vita, e' riprovollo e lo rinviò dalla città: ad uno che passava per luterano accordò che predicasse sopra la giustificazione, l'invocazione dei santi, la predestinazione ed altri punti, giusta le opinioni di Lutero, purchè non toccasse del sacramento: a un altro, che predicava l'invocazione dei santi, ingiunse di predicare Cristo solo e il suo vangelo, non molti meriti e molti santi: e informato che alcuni monaci eransi scandolezzati perchè non avesse fatta profonda riverenza a reliquie, li disapprovò, meravigliandosi le tenessero in tanta venerazione: come disapprovò altri frati, che ad alta voce aveano cantato, Regina avvocata nostra, prega per noi.
      Conversando con un dotto monaco, espresse circa l'adorazione della santa Croce un'opinione ereticale.
      Interpretando quelle parole «Non devesi eccitar una nazione contro l'altra colla guerra», pensava non fosse lecito far guerra.
      Teneva presso di sè e leggeva opere di eretici, e le dava leggere; si affaticò a distribuire il libro del Benefizio di Cristo, e diede ordine ad un librajo eretico o sospetto di venderne, e darne anche a chi non li pagasse, chè lo rifarebbe egli. Ricevette in casa eretici e persone sospette d'eresia, e ne aveva per servi; teneasi intimo con altri, particolarmente con certi prelati, e dava denaro a poveri ereticanti o sospetti; altri favoriva; particolarmente a Bologna promise non sarebbe nulla decretato contro di essi, nè verrebbero arrestati, giacchè anche Iddio li tollerava.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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