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      E perciò tanto di nostra autorità, quanto di commissione di nostro signor papa Pio III sopra a ciò, vivæ vocis oraculo a noi fatto, per le presenti nostre lettere dichiariamo lo stesso reverendo padre Egidio esser stato provato e ritrovato non solamente incolpevole, ma ancor di tutte le cose di che fu accusato innocentissimo. Per il che giudichiamo doversi da ogni qualunque fedele cristiano tener nel medesimo stato, grado, onore e dignitade, in che prima d'esser prigionato, si ritrovava, nè perciò esser incorso in alcuna imminuzione del suo onore o fama, e il predetto reverendissimo padre Egidio vescovo di Modena, dover essere accettato dal suo clero e popolo devotamente col debito onore e reverenza, come legittimo e cattolico vescovo e pastore delle anime; e in tutto e per tutto umilmente accettare e obbedire alli suoi salutiferi precetti e commissioni, come se mai non fosse stato ritenuto o prigionato; e così parimente la sicurtade di presentarsi, o di stare a ragione (come nelli nostri atti) data, quella stessa annulliamo, cassiamo, vogliamo, e comandiamo esser tenuta nulla e cassa, e mai per l'avvenire doversi fastidire: e così sentenziamo, e dichiariamo mai più da tempo alcuno potersi molestare. Dove abbiamo commesso siano fatte le presenti lettere declaratorie, acciocchè mai da tempo alcuno non possi nascere sospizione della sua dottrina, o della integritade della sua vita.
      «Data in Roma nel nostro sacro e apostolico palazzo al primo gennajo dell'anno mdlx, e nel primo del pontificato del santissimo nostro signor papa Pio IV».


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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