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      Con ciò Clemente indisponeva anche i Cattolici; oltrechè per le ambizioni di sua casa esigeva decime dal clero, e le appaltava; e avendole il clero di Ferrara ricusate, egli pose l'interdetto sulla città. Anche i preti di Parma aveano esclamato contro l'esorbitare degli esattori, ed ecco giungere Vincenzo Canina commissario papale, e tutto in collera esporre i cedoloni minacciosi: ma i preti s'ostinano al niego, anzi insorgono; il popolo li seconda, e il commissario è ammazzato a strazio. Fatti simili si riprodussero altrove.
      Ruppesi poi la guerra per la Lega Santa, che condusse i Tedeschi a saccheggiar Roma. Fra le condizioni poste allora da Carlo V alla liberazione di Clemente VII fu la convocazione del Concilio; ma non appena si sentì riappoggiato dalla Francia pel matrimonio della nipote Caterina, il papa abbindolò indugi e pretesti.
      Pure anche a Roma si era convenuti sull'opportunità d'un Concilio, non più nella speranza che ravvivasse i rami disseccati, ma che di nuovo succhio rinvigorisse il tronco indefettibile. Nel Concilio di Costanza erasi veduta l'aristocrazia ecclesiastica204 elevarsi contro il monarcato papale, non accorgendosi che contro di essa agguerrivasi la democrazia. Non volea però tagliare il nesso fra l'autorità e l'uomo che la esercitava: bensì in quest'uomo discernere le azioni giuridiche dalle abusive. Il papato è la maggiore delle autorità, assoluta, irreformabile, indivisibile dalla persona che legittimamente n'è investita: non si dee sceverare l'autorità dalla persona, bensì la persona dagli abusi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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