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      Ma anche internamente moveasi querela che la discussione non fosse libera224, che tutto venisse da Roma già disposto e deliberato, e, come celia frà Paolo, lo Spirito Santo viaggiasse in valigia per le poste; che i prelati troppo s'affaccendassero intorno alla grandezza pontifizia; che il Concilio fosse menato a senno degli Italiani.
      Italiani era una qualificazione generica, come quelle che inventansi a designare i partiti, e applicavasi a chiunque caldeggiasse le prerogative romane. Vero è che l'importanza che la Chiesa attribuisce a ciascun uomo pei meriti suoi proprj, non per la nascita, dovea far preferire la votazione per testa, anzichè per nazione: dal che derivava la prepollenza degli Italiani; e agli ottantatrè prelati di tutti insieme gli altri paesi stavano a fronte centottantasette de' nostri. I presidi del Concilio, al 1 giugno 1563, scrivendo al cardinale Borromeo per informar il papa degli andamenti, fra il resto dicevano: «Come consta di tre nazioni principali, che sono Italiani, Spagnuoli e Francesi, così è diviso in tre fazioni, che hanno ciascuna la sua mira ed il suo fine, onde sempre si muovono con le loro passioni e loro interessi. Gl'Italiani, se non tutti, perchè sono di maggior numero assai, hanno sempre l'occhio al servizio di vostra santità ed alla conservazione della Corte di Roma, nè, per cosa che si proponga loro, sia di qual sorte si voglia, ponno indursi a pensare in essa altro, per abbracciarla o schifarla, che il servizio o il pregiudizio di sua santità e della Corte».


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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