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      Ogni autorità minacciata suol esacerbare i rigori, e colla necessità della difesa giustificare la persecuzione; e quel tribunale fu esteso come una legge marziale, per frenare eresie che sovvertivano l'ordine sociale. Dove mancassero eretici, vegliava essa sui costumi e sulla disciplina, puniva le bestemmie, la bigamia, le superstizioni, lo sparlare del clero, e principalmente le fatucchierie, quando di queste divulgossi la credenza. Ma nuovo agone le aperse lo irrompere della riforma religiosa, in tempo che generalmente credeasi diritto lo stabilire, o conservare l'unità religiosa mediante la forza, e impossibile che due culti potessero esercitarsi in un paese ed oltraggiarsi a vicenda.
      Entrata la discordia, si trascende da tutte le parti e in tutti i tempi: ogni rivoluzione che non riesca a distruggere il potere lo rende più duro e severo; i partiti non hanno viscere; creansi una falsa giustizia, e come in nome di questa la Convenzione mandò a morte migliaja di Francesi per salvar lo Stato; così allora si facea per salvar la Chiesa; quelli morivano gridando «Viva la libertà»; questi gridando: «Viva la Bibbia»; e in nome della religione e della misericordia si rinnovarono gli orrori dell'impero romano, si precorsero quelli della rivoluzione francese. Ma la fierezza di quei supplizj al cui racconto oggi raccapricciamo, era allora usuale quanto oggi il calunniare. Anzi l'Inquisizione rendea le pene meno efferate, per un ultimo rispetto all'immagine di Dio; e chi vedevale applicare potea compiangere una vittima non era offeso dalla straordinarietà del supplizio.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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