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      Perocchè, dacchè prevalse la pratica della tolleranza anche dove non costituisce ancora il diritto, vengono dalla ciurma scribacchiante obbrobriati coloro che propongono, non giustificazione, ma spiegazione alle vecchie immanità; mentre atteggiansi da eroi coloro che declamano senza lealtà contro istituzioni di cui più non si ha a temere, o echeggiano senza critica coloro che posero quei rigori a carico della religione.
      Noi non siamo qua nè ad imputare i Protestanti nè a scolpare i Cattolici; da storici cerchiamo ed esponiamo la verità, e riflettendo che la persecuzione era propria del tempo, come dicono propria del nostro la tolleranza, e che il furore de' persecutori ne attesta la sincerità; compiangendo i fatti, ricorriamo al principio che è infallibile; e ricordiamo che nel Concilio di Trento non v'è parola nè d'Inquisizione, nè di roghi; al miscredente s'intima anathema sit, cioè la scissione dello spirito da una società di spirito; ma l'umanità ogni qualvolta prosegue un gran disegno, divien prodiga di sangue.
      Avanti tutto bisogna distinguere l'Inquisizione romana da quella di Spagna. E poichè la Spagna molto si lega alle sorti d'Italia in quel tempo, ed è considerata come l'assassina del libero pensare, non è fuor di proposito il dirne qualche parola. Quel regno erasi fatto uno e grande col salvare dai Mori il cattolicismo, per modo che questo si era identificato colla causa della nazionalità: i re vestivano un carattere religioso, e la regina Isabella aveali circondati di forme cattoliche: in America venivano venerati come propagatori del cristianesimo; la prerogativa regia era sempre rinfiancata dall'autorità religiosa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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