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      Questo vescovo già un pezzo fa aveva incominciato ad infettare la sua città e diocesi, e se il Santo Ufficio di Roma non l'avesse fatto processare, non bastava forza veruna a reprimerlo, perciocchè era egli potentissimo in Venezia e in Bergamo; ma il Santo Officio per mezzo di frà Michele lo processò, e avutolo nelle mani lo carcerò nel castel Sant'Angelo; alla fine convinto d'eresia fu privato del vescovado, e si morì in Venezia infelicemente. N'ebbe tanto piacere il cardinal teatino (Caraffa), che costui fosse stato processato, che di qua cominciò a porre affezione a frà Michele Ghisliero, e ad esaltarlo in modo tale, che di poi fu papa.
      «In Modena gli eretici fecero più faccende che in nissuna parte d'Italia. Quivi fu il vicario del cardinal Morone, chiamato Bianco de Bonghis, molto sospetto d'eresia. Vi fu Antonio Gadaldino libraro modenese, eretico marcio con tutta la sua famiglia. Vendè costui molti volumi Del beneficio di Cristo, libro pernicioso, che insegnava la giustificazione ex sola fide et ex merito Christi imputativo alla luterana. Questo è quel libro così caro agli eretici, che fu da loro stampato molte volte, e il detto Gadaldino non solo lo vendè, ma anco lo ristampò. Vi fu Bonifazio Valentino modenese eretico, a cui scrisse Adriano, segretario del cardinal di Fano, una lettera di condoglianza per la morte di Lutero, e per la morte di due frati in Modena, chiamati frà Reginaldo, e frà Alasio eretici. Il Santo Officio ebbe in mano questa lettera, e processò il detto Adriano segretario.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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