Pagina (525/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non cerco se il fatto fosse vero; era creduto.
      I frati si opponeano a tali superstizioni380, e che la Chiesa le combattesse appare, come da mille argomenti, così da un prontuario pe' confessori, che stava manoscritto nella Palatina di Firenze, lavoro del 400. Ivi, fra le domande che il confessore dee fare al penitente, sono divisate le seguenti: «Se ha dato fede a l'indovini, i quali vogliono indovinare per lo guardare a cintole, a moccichini, a unghia di fanciullo vergine, o margine ch'escono di piombo colato. - Se a observato dì o tempi, cioè i dì egiptiachi, cioè di sancto Giovanni dicollato; kalen di gennajo; il venerdì e sabato non fare bucato; non far bollire il vino per aceto il venerdì, acciocchè sia più forte. - Se a dato fede alle uova nate il dì dell'Ascensione. - Se a facto scrivere l'antifona di sancta Agata in candela consumata al fuoco. - Se a li anegli di piombo, che si fanno quando si dice il Passio. - Se a dato fede a' sogni; se a' sogni chiamati di Daniello; se a canti d'uccelli; se a bajar di cani; se a intoppo d'alcuno animale; se a li starnuti di persona; se a sibillationi d'orecchie. - Se a creduto che gli animali bestemmino il dì dell'epifania. - Se in prestare lievito o staccio, o altra cosa dopo il tramontare del sole, a facto alcuna vana observatione. - Se a colto erba, avendo fede che sia meglio colta in uno dì che in un altro, e perchè? - Se a salutato la luna nuova. - Se si è messo ferro in bocca, quando suona la prima campana il sabato sancto, dicendo che giova a' denti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Chiesa Palatina Firenze Giovanni Ascensione Agata Passio Daniello