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      Eravi qualche vecchia di bruttezza insigne, con alcun marchio particolare? guardava stizzosa una società che la guardava beffarda? avea risposto con imprecazioni ad insulti fattile? Bastava per sospettarla strega. Moltissime processate aveano confessato, «Abbiam veduto il diavolo, Siam andate a cavalcione della scopa alla tregenda, Vi conoscemmo il tale e la tale»: come dubitare della loro veridicità? Poi non erano state condannate? e oserebbesi dubitare di cosa giudicata?
      Se l'uomo può impetrare dal diavolo le colpevoli gioje che non osa chiedere a Dio; se v'è modo di patteggiare con una potenza estraumana, perchè sol pochi v'avrebbero ricorso! Si venne dunque persuadendosi che molti fossero, e massimamente donne, e formassero tra sè una specie di società secreta, con capi e adunanze, e piaceri carnali, e voluttà di vendette.
      L'anzidetto frà Bernardo Rategno, zelante inquisitore, ci lasciò un libro De strigiis386, dove si scandalizza di chi le revochi in dubitare. Le masche (così egli) fanno congrega principalmente la notte del venerdì, rinnegano in presenza del diavolo la santa fede, il battesimo, la beata Vergine; conculcano la croce, prestano fedeltà al diavolo toccandogli la mano col dosso della loro sinistra, e dandogli alcuna cosa in segno di ligezza. Qualvolta poi tornano al giuoco della buona compagnia, fanno riverenza al diavolo, che assiste in forma umana. Nè vi vanno già per illusione, ma corporalmente e sveglie e in sentimento, a piedi se la posta è vicina, se no sulle spalle al demonio; il quale talvolta le abbandonò a mezzo del cammino, onde si trovarono fuorviate: tutte cose che constano dalle loro spontanee confessioni agli Inquisitori per tutta Italia.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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