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      Anzi, «a chiuder del tutto le labbra agli avversarj», adduce esempj di se stesso, che istruendo processi in Valtellina, ebbe deposizioni da uomini d'intera fede, i quali veramente le aveano vedute. Ognuno poi a Como sapeva che, un cinquant'anni innanzi, in Mendrisio Lorenzo da Concorezzo podestà e Giovanni da Fossato indussero una strega a menarli al giuoco; essa gli esaudì, e videro le congregate; ma il diavolo accortosi di loro, li fece battere in malo modo387. Riducono poi la cosa ad evidenza l'esserne bruciate tante, e l'avervi i papi stessi consentito.
      Ed è pur troppo vero che l'Inquisizione gravò sopra i siffatti con legali carneficine, delle quali ingloriavansi gli autori, come di sanguinose battaglie gli eroi.
      L'intenzione di far il male era incontestabile, e ben meritavano castigo persone che si valeano dell'efficacia della loro scienza sovra lo spirito di altre ignoranti o paurose. La potenza delle streghe derivava da patti col demonio: era dunque un'empietà, e la Chiesa dovea punirla, come prendeva a curare quelli che il diavolo invadeva, o che erano involontarj stromenti di esso al male. Ne seguivano poi veri misfatti, che rivoltavano la coscienza pubblica per la bassezza dei mezzi, e ne spaventavano l'immaginazione per l'orrore dei moventi.
      Quando nella Germania la proclività al misticismo diffuse il timor delle streghe, Innocenzo VIII nel 1484 le fulminò di severissima bolla, dietro la quale si moltiplicarono e processi e supplizj. Perocchè all'indebolirsi della fede, si dovette invigorire, come sempre succede, la forza coattiva sotto la forma dell'Inquisizione; nei processi eransi assottigliati i legulej; introdotta, benchè riprovata dal diritto canonico, la procedura secreta, colla quale non è chi non possa andar condannato.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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