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      ..».
      Gianfrancesco introduce la strega a dialogar con uno che non vi crede (Apistio), e che affaccia objezioni di buon senso a tutte le confessioni di quella, mentre il giudice (Dicasto) adopera le formole giuridiche per provare che non sono illusioni, e sostenere la verità delle deposizioni di lei intorno al trasporto reale delle persone, ai sozzi banchetti, alle nefande nozze, all'abuso del sacrosanto pane. Da altri processi egli raccolse d'un prete Benedetto, innamorato del diavolo in carne col nome d'Armellina, i cui piaceri esso preferiva a qualunque altro, e con costei discorreva fin per le piazze, sembrando mentecatto agii altri che non la vedeano; per amor di lei non battezzava i bambini, non consacrava le ostie, e all'elevazione le alzava capovolte, così eludendo i sacramenti. D'altri ancora egli sa, talmente presi d'un demonio in forma di donna, che voleano abbandonar piuttosto la vita; finchè quella gran fiamma ne era cacciata coll'altra fiamma d'una catasta di legna. E questi fatti sono tanto comuni che confessano andare alla tregenda oltre due migliaja di persone.
      La strega del Pico conviene d'aver mandato la gragnuola sui campi di suoi malevoli, uccisone il bestiame, succhiato il sangue di sotto le ugne de' bambini, finchè morivano se essa medesima non vi prestasse rimedj, insegnatile dal demonio. L'incredulo insiste principalmente sul perchè dal demonio non domandasse denari; ed essa risponde averne anche avuti, ma che scomparvero, e l'attrattiva maggiore consistere sempre ne' piaceri del senso.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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