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      Così severo, eppure è lodato per dolcezza, paragonandolo a san Bernardino: il Davalos, governatore di Milano, lo elesse suo confessore: fatto cardinale, non tenea più di trenta persone a servizio, notano i contemporanei. I papi lo ebbero riverentissimo eppur franco contradditore: allorchè Pio IV voleva dar la porpora a Ferdinando De Medici e a Federico Gonzaga, affatto giovani, esso gliel contrastò, allegando le riforme volute dal Concilio, per le quali non doveano salir a quell'onore se non tali che il meritassero. Eletti malgrado il suo voto, quand'essi mandarono i soliti ringraziamenti, egli dichiarò: «Non gli accetto, perchè io vi ho sfavoriti per obbligo di coscienza».
      La sua scelta inaspettatissima adunque spiaceva a non pochi, sì perchè creatura dei Caraffa, sì pel noto suo rigore; ma egli disse: «Faremo di modo che ai Romani rincresca più la nostra morte che la nostra elezione»433. Nella festa inaugurale solea gettarsi denaro alla popolaglia; invece di questa indiscreta prodigalità egli fece distribuir quella somma a veramente poveri e vergognosi; i mille zecchini che sciupavansi in trattamenti agli ambasciadori, spedì ai conventi più bisognosi; e dettogli che molti gliene facevano colpa, esclamò: «Non me la farà Iddio». Regalò i cardinali, secondo il consueto, ma li pregò di consiglio e cooperazione nel restaurare la Chiesa, riconoscendo che il disastro di questa era venuto dai cattivi esempj del clero.
      È memorabile la sua costituzione 25 marzo 1567, che proibisce nelle forme più esplicite e precise di cedere o alienare qualsiasi città o luogo del dominio papale, dare in feudum, gubernium, vicariatum, ducatum, aut quemvis alium titulum perpetuum vel ad tertiam generationem seu ad vitam aut alias.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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