Pagina (577/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Bevve due volte, ma tanto quanto comunemente un altro beve in una sola».
      Siffatto genere di perfezione suol recare gran confidenza nella propria volontà, e pertinacia a domare l'altrui. «Nelle cose di religione, scriveva esso ambasciadore, egli pensa di saperne più degli altri, e di non aver bisogno di consiglio; e dove prende una deliberazione per bene, si ferma; nè ragion di Stato, nè qualsivoglia cosa è per rimoverlo; lascerebbe piuttosto rovinar il mondo che mutarsi d'opinione; anzi un cardinale diceva che, dov'egli si affissava a queste opinioni, per sostenerle sarebbe stato uomo da assalir solo un esercito intiero che fosse contro di lui, sperando che, avendo buona intenzione, Dio lo dovesse ajutare434.
      La giustizia voleva, e fin all'eccesso, e clamorosamente esemplare, e l'Inquisizione esercitò severa, come succede quando un'opinione s'incarna in un capo. Non ingannò mai, mai non mentì; mal gradiva i consiglieri, perchè li credeva o ingannatori o interessati. Inaccessibile a passioni umane, qualora v'entrasse il concetto del dovere, più non guardava a chi si fosse; onde i cardinali erano obbligati rammentargli ch'e' non aveva a fare con angeli. Pretendeva sostenere nel pieno vigore la bolla In Cœna Domini, negando ai principi il diritto d'imporre nuove gravezze ai sudditi; e poichè i tempi e i regnanti più non vi si rassegnavano, serie contraddizioni affrontò. Imponeva rigori di disciplina, quasi fossero i primordj del cristianesimo; divieto ai medici di visitar tre volte un infermo se non siasi confessato; chi profana la domenica, deve stare un giorno in piedi avanti alle porte della chiesa, colle mani legate al dosso; se ricade, sia fustigato per la città; alla terza volta abbia la lingua forata e la galera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Stato Dio Inquisizione Domini