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      Se dunque, o carissimo figlio, volete estinguere le eresie nel vostro regno, bisogna svellere i vizj, eccitar diligentemente colle vostre esortazioni i vescovi affinchè risiedano nelle loro chiese, e vigilino più attenti alla salute delle anime; ciascuno riformi il proprio clero: via le concubine; repressi i vizj; vivasi da sacerdoti. Se nell'ordine ecclesiastico si correggerà quanto fa duopo, anche i laici diverranno migliori: si sottrarrà ai fautori degli eretici materia di novità; e apriranno gli occhi quelli che dalla retta fede furono distolti non men dai vizj degli ecclesiastici che dalla frode degli eretici».
      Sono tutt'altri consigli che di trucidare gli eretici; eppur non si nega che Roma abbia fatto festa della orrida strage detta del san Bartolomeo, ma si avverta che si credeva essersi con quel colpo prevenuto l'eccidio de' Cattolici, concertato dagli Ugonotti, e non se ne conosceva l'estensione, saputa la quale, a chi se ne congratulava, papa Gregorio XIII disse: «O chi mi assicura che, fra' rei, non siano periti degli innocenti?» Del resto Pio V al duca d'Alba che combatteva gli eretici in Fiandra, spedì il cappello e lo stocco benedetto; contro l'Inghilterra, accannita avversaria della Santa Sede sotto la regina Elisabetta, avea permesso d'adoperare tutti gli averi della Chiesa, non eccettuati calici e croci; ed egli medesimo proponeasi andare a dirigere la spedizione. A tali concetti lo portavano il suo secolo e il suo posto. Egli vedeasi preceduto da dugento ventinove papi, che il voto popolare e lo Spirito Santo aveano fatti capi della cristianità, mentre novatori di jeri, senza missione o miracoli, voleano scindere l'unità santa e gloriosa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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