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      Disse molte cose in questo proposito con gran libertà per un gran spazio: ed il pontefice, benchè si sentisse trafitto, però non mostrò d'aver niente a male di quello che diceva. Ma poi ch'ebbe finito, disse con un gran sospiro ch'egli diceva il vero in ogni cosa, ma che non sapeva i travagli in che si trovava; ch'era in un papato poverissimo e debolissimo, ed oppresso da ogni parte, e che se voleva far un bene, aveva mille impedimenti, e non solamente da eretici e da inimici della fede, ma da quelli che fanno professione d'amici, che con mille modi fanno offese a Dio, e pensano d'opprimere l'autorità di sua maestà in terra: il che le travagliava l'animo grandemente; ma che con tutto questo sua santità gli ha pietà, e vorria ajutar tutti, se bene dovria castigarli; e si mostrò piena di rammarico per occasione di questa guerra, e per il poco modo che aveva d'ajutarla».
      Infatto Pio V caldissime lettere scrisse a tutti i potentati e principalmente a Caterina De Medici, deplorando le vittorie de' Turchi, la perdita dell'Ungheria, i pericoli d'Italia e Francia quando terribilmente armavansi quei nemici, intanto che i Cristiani compiaceansi della ruina uno dell'altro. Risoluto alla guerra santa, nel concistoro 20 febbrajo 1568 proferì che, attesi i pericoli derivanti sì dagli eretici, sì dagli infedeli che preparavano immensa flotta, trovavasi costretto a gravar di nuove imposte i sudditi. Pertanto la città di Bologna pagherà 60,000 scudi d'oro, a tal fine costituendo un monte, che ne retribuisse il 7 per cento sopra un dazio consumo che si imporrebbe, e che pagherassi da tutti, eccetto i regolari, tanto per carro.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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