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      Con simili mezzi e coll'ajuto di Spagna, Venezia e dell'altre potenze italiane in un secolo tanto scompigliato potè metter insieme un esercito cattolico, e a Lépanto riportare l'ultima vittoria che la cristianità unita vantasse sopra la mezzaluna. Lo stendardo che il Colonna spiegava sull'ammiraglia pontifizia, recava il Crocefisso fra i santi Pietro e Paolo. Ne fu trionfo per tutta la cristianità, ma a Roma principalmente: le bandiere tolte ai nemici della fede ornarono la basilica lateranense: molte feste furono stabilite a rammemorarle, come quella di Santa Giustina a Venezia, e quella del Rosario in tutta la cristianità.
      Di Pio V ragionano con lode tutti gli agiografi e ultimamente un pio quanto elegante ed erudito scrittore francese. Noi, serbando lo stile che in tutta quest'opera preferimmo, vorremo udire uno che parlava, vivo esso papa, quando cioè nè il titolo di santo lo faceva inattaccabile, nè la morte lo salvava dagli strali troppo consueti della malevolenza. Giulio Pogiano da Suna sul lago Maggiore, leggiadrissimo latinista, che scrisse le lettere di molti cardinali, e quelle di Ottone Truchses d'Augusta, delle quali non poco ci siamo già valsi, a quest'ultimo scriveva da Roma encomj di Pio V, che rivelano la condizione delle opinioni e dei costumi d'allora439. Noi le traduciamo, togliendo quel ch'è o comune o vano: «Il sommo pontefice, intimati tre giorni di supplicazioni per impetrar vittoria a Massimiliano imperatore contro i nemici del nome cristiano, recitò sempre la messa all'alba in San Marco, poi il primo giorno andò alla basilica Lateranense, il secondo a Santa Maria Maggiore, il terzo ad Ara cœli, con moltissimi cardinali e vescovi, preceduto dai collegj e dalle confraternite e seguìto dai sacerdoti e cherici di tutti gli ordini: e con quanta poteasi folla di gente d'ogni sesso, età e genere.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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