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      Costui pose tant'odio a monsignor Carnesecchi perchè un dì andò a trovarlo in camera, e con buon modo mostrò al padre che faceva male a parlar del duca di Fiorenza manco che onoratamente: e perchè egli era uno de' più arrabbiati senesi, che si potessero immaginare non che trovare, cominciò a levar la voce e dar del tiranno per la testa, in modo che il Carnesecchi (per quanto m'ha detto pur oggi, domandato da me di questo fatto, che mai non me n'avea parlato) m'ha detto che bisognò che li dicesse a lettere di scatola, che egli era la più solenne bestia che andasse sopra due gambe, e se lo levò dinanzi. Il frate andò poi più volte a dolersene col cardinal Trivulzio che era qui legato, e trovando che non ne faceva caso perchè amicissimo di monsignore, disse che troverebbe modo di rovinarlo. E domandato dal cardinale quello che pensava fare, rispose che l'Inquisizione era aperta, e che a monsignor, parlando seco, era scappata di bocca non so che parole sopra un passo di san Agostino, che sentiva dell'eretico, et in somma noi troviamo che questo frataccio ha suscitata questa persecuzione»467.
      Altrove il Gelido si congratulava che una figlia di Filippo Del Migliore sposasse il nipote di Carnesecchi.
      Qui ci casca un'altra prova del quanto in Venezia trovasse propizio terreno il seme ereticale, attesa la continua pratica con forestieri d'ogni credenza, il libero costume, le sollecitazioni de' residenti protestanti, i contrasti colla curia romana468. Pero Gelido propendeva alle novità; e il duca Cosimo gli scriveva da Roma ai 13 dicembre 1560, in poscritto mettendo di propria mano:


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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