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      Il papa č il primo de' vescovi per certa eccellenza, non per autoritą; č vescovo di Roma, nč ha podestą sull'altre chiese se non in quanto il mondo gliela deferisce per riguardo a Roma; e fu usurpazione l'autoritą che si arrogarono i pontefici, massime quella di conceder indulgenze. Riprovava alcuni Ordini monastici, come oziosi, e gli Ordini mendicanti come sottraggano il pane ai poveri; approvava lo zelo di quei che faticavano per la vigna del Signore, ma lo credeva non secondo la scienza, perchč nelle prediche troppo raccomandavano le opere. Giudicava spediente che ai preti si desse moglie. I religiosi non dover nč potere stringersi a voto di castitą, perchč questa č dono di Dio, nč puņ prometterla se non chi sia sicuro d'averlo ottenuto: altrettanto dicasi delle monache. Riprovņ i pellegrinaggi: poter ciascuno mangiar quello che gli piaccia, nč esser peccato trasgredir il digiuno; nč il tener libri proibiti. Cristo essendo unico mediatore fra Dio e gli uomini, č superflua l'invocazione de' santi.
      «Desti alloggio, ricetto, fomento e denari a molti apostati ed eretici che per conto d'eresia se ne fuggivano in paese d'eretici oltramontani472, e raccomandasti per lettera a una principessa d'Italia (Giulia Gonzaga) duoi apostati eretici con tanto affetto come se fossero stati duoi apostoli, mandati a predicar la fede ai Turchi, come tu confessi: i quali apostati, nel dominio di quella signora volevano aprire scuola con intenzione di far imparare dai loro teneri scolaretti alcuni catechismi eretici: i quali poi scoperti, furono mandati prigioni a questo Santo Uffizio.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantł
Utet
1865 pagine 728

   





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