Pagina (652/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Abbiamo a stampa la tesi colla traccia data da lui, e le due declamazioni di Lodovico da Rho e di Carlo Sauli, uno che fa da Tiberio Gracco, l'altro da Marco Ottavio (Milano 1567). Scrisse pure un'orazione contro Lucio Murena, che l'Olivet dice non distinguersi dal latino di Cicerone.
      Tutti i suoi scritti sono latini, diretti ad introdur il gusto classico, e perciò intinti del paganesimo dominante nelle scuole: e fin nell'epitafio di sua moglie mescola Cristo coi Campi Elisi517. Ma in tutte quelle scritture noi cercammo invano lo svolgersi del suo spirito nelle nuove idee, nè cosa che accenni a suoi legami co' Protestanti. Ben sappiamo che scrisse l'Actio in pontifices romanos et eorum asseclas nel 1542, quando trattavasi di raccorre il Concilio di Trento, non pubblicata che ventisei anni dopo la sua morte e cinquanta dopo scritta.
      «Replicate mie lettere degli anni passati agli Svizzeri e ai Tedeschi (dic'egli in questa press'a poco) palesarono le mie speranze e i sentimenti e disegni miei. Dio, padre di Nostro Signor Gesù Cristo, m'è testimonio ch'io desiderai da molto tempo che i principi cristiani presedessero a radunanza di persone di gran pietà e dottrina, innanzi alle quali potessi render la mia santa testimonianza, pronto anche a spargere il sangue per Gesù Cristo. Ma vedevo essi principi occupati in altro: e sentendo avvicinarsi la fine mia, scrissi la mia testimonianza e l'atto d'accusa contro i papi, affinchè, se la morte mi sopraggiunge, potesse giovar a' miei fratelli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Lodovico Rho Carlo Sauli Tiberio Gracco Marco Ottavio Milano Lucio Murena Olivet Cicerone Cristo Campi Elisi Protestanti Actio Concilio Trento Svizzeri Tedeschi Nostro Signor Gesù Cristo Gesù Cristo Dio