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      Ma molti proseliti v'aveano fatto Pietro Martire, l'Ochino, Aonio Paleario, che vi stettero predicatori e professori. L'aristocrazia dominante o non se n'avvedea, o taceasi per non invelenire gli umori quand'erano ancor recenti la sollevazione democratica degli Straccioni e i tentativi parricidi di messer Pietro Fatinelli524, e quando dovea tremare delle mal dissimulate ambizioni di Cosimo di Toscana. In nessun luogo trovammo accennato che si divisasse tener il Concilio a Lucca; ma fra le carte medicee dell'archivio di Firenze525 ci occorse una nota del 1545, che annovera i motivi per cui i Lucchesi declinavano quest'onore ed erano:
      1° perchè sariano costretti a gravi spese onde premunirsi da pericoli; 2° perchè ne resterebbe disturbata la mercatanzia sopra cui vivono; 3° che avendo appena da viver per tre mesi, troppo occorrerebbe fare venire per tanta gente; 4° che difficilmente si troverebbero alloggi; 5° che i prelati non avendo donne, non sarebbero veduti molto volentieri; 6° che il paese non gradirebbe tale convegno, e però ne seguirebbero maledizioni anzichè benedizioni.
      Nel settembre 1541 Carlo V, reduce dalla dieta di Ratisbona ed avviato alla famosa spedizione di Algeri, invitò Paolo III a venir a Lucca per concertarsi sul Concilio. Il papa vi andò con sedici cardinali, ventiquattro prelati, gli ambasciadori del re de' Romani e di Francia, Portogallo, Firenze, Ferrara; l'ammiraglio de' cavalieri di Rodi con diciotto cavalieri; cencinquanta soldati a cavallo, ducento a piedi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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