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      Tutto ciò per altro non concerneva che il futuro, del passato non dovendosi far ricerca: al che il papa consentì, encomiando lo zelo de' magistrati526.
      Crebbe i sospetti il noto affare di Francesco Burlamacchi. Associando, come spesso si suole, le aspirazioni liberali politiche alle religiose, aveva egli meditato resuscitar le cadute repubbliche toscane contro la tirannide di Cosimo; unendole a quelle di Siena e di Lucca sua patria ancor sopravviventi; insieme si ritornerebbe la Chiesa alla apostolica povertà togliendo i beni agli ecclesiastici, e al papa il dominio temporale per restituirlo alla supremazia dell'Impero. Nominato capo delle cerne del contado e delle ordinanze della montagna, credea che basterebbero per assalir Pisa e gridarvi libertà, donde moverebbe sopra Firenze. Non misurando i mezzi al fine, confidava ne' pochi coi quali aveva accordo, e in quelli che accettavano le dottrine eterodosse (1546). Ma avutone conoscenza, i senatori stessi che sperava favorevoli, l'arrestarono e fecero metter al tormento, poi lo consegnarono a un commissario imperiale che lo tradusse a Milano, dove ebbe mozza la testa il 14 febbrajo 1548.
      Il Burlamacchi nella sua difesa non avea cercato se non dimostrare che tutto ciò aveva intrapreso per far servigio all'imperatore.
      «Interrogato qual beneficio intendesse fare a sua maestà con questa unione,
      «Rispose essere che, riuscendogli l'impresa dell'unire Toscana, avea designato di poi andare o mandare o scrivere all'imperatore, e pregarlo se ne venisse dalla parte di qua, e che vedesse di riformare la Chiesa dalli molti abusi che vi sono e ridurla all'unione di molte varietà de opinioni che vi sono, il che li poteva riuscire poi levarli l'entrata lassandoli goder a quelli che l'hanno adesso, e dopo la morte loro l'applicasse o al pubblico, o a sovenzione de' poveri, secondo che li fosse parso meglio, e con questo avrebbe contentati li Alemanni, e ridottili alla obedienza sua, li quali non desideravano altro, e avrebbe esortato a pigliare la via di Roma, e coll'ajuto de' detti Alemanni e della Toscana, a farsi imperadore de' Romani, e che questo facilmente si sarebbe riuscito col soprascritto ajuto, e con aver lì vicino il reame di Napoli e la parte in Roma»527.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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