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      Ti bacio per lo zelo che hai della casa di Dio, e fra noi l'ecclesiastica tua autorità è di tal peso, che ci soddisfa ciò che soddisfa te; onde farò che le nostre chiese tengan Lelio per fratello, sebbene non facilmente si dissiperà la macchia. Ma prego il Signore che Lelio creda come a te confessò. Non volevo; ma per cautela tua ti narrerò che Lelio tenne mano con Camillo Renato, a segno che, abbandonata la verità cattolica, non vergognò a Chiavenna, a Ginevra e altrove professarsi anabattista; e credo che tu non ignori l'astuto e tortuoso ingegno di Camillo, che ogni dì più si palesa; nè puoi credere quanto flessibile sia, e con quante tortuosità questo serpe ci sfugga, se non si tenga bene. Ma che dico di Camillo, se tutti gli anabattisti sono di tale perfidia che non temono soffiare or caldo or freddo?543».
      Con alcuni pochi, e massime italiani profughi, Lelio manifestavasi e coi parenti suoi a Siena. Disgustato dell'intolleranza di Calvino, scrisse De hæreticis quo jure, quove fructu coercendi sunt gladio vel igne, dialogus inter Calvinum et Vaticanum, opuscolo senza nome d'autore nè di stampatore, ma fatto nel 1554544: poi in Polonia professò apertamente le dottrine antitrinitarie, alle quali convertì Francesco Lismanin confessore della regina Bona Sforza.
      Sigismondo I re di Polonia avea mostrato devozione ai papi, massime a Leon X, supplicando questo a metter pace fra i principi onde respinger i Tartari, i Moscoviti, i Turchi, molesti al suo regno. Si oppose alla Riforma, proibendo ai giovani di frequentar le Università di Germania, e dichiarando incapaci quei che l'abbracciassero: ma ve la diffusero l'opera del mantovano Stancario e l'esempio del marchese di Brandeburgo, gran maestro dell'Ordine teutonico, il quale apostatato, fondò quel che poi divenne regno di Prussia.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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