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      La vicinanza della Lombardia al Piemonte pose Filippo II in paura non ne contraesse le nuove credenze, sicchè insistette presso Pio IV onde potervi istituire l'Inquisizione alla spagnuola, cioè indipendente dal vescovo e dai magistrati. Portata la domanda in concistoro, molti cardinali vi repugnavano; nè il papa inclinava a far questo infausto dono a' suoi concittadini: pure alfine vi consentì nel 1563. Sbigottissene il paese, fioccarono i reclami; il governatore Cordova mandò procurando dissuaderne il re. Al quale la città deputò Cesare Taverna e Princivalle Besozzi, ma non conosciamo nè le commissioni date loro nè l'esito. Bensì nell'archivio diplomatico stanno le commissioni, che furono date ad altri, che al tempo stesso e per lo stesso effetto erano inviati a Roma. Eccole:
      Istruzione di quanto avranno a dir e negoziar in nome di questa città l'illustre signor conte Sforza Morone e molto magnifico signor Gotardo Reina, vicario di provisione, oratori in nome di questa città appresso a sua santità nostro signore.
     
      L'illustri e molto magnifici signori sessanta, rappresentanti il consiglio generale della città di Milano, hanno fatto elezione delle persone de v. s. quale vadino a Roma con la maggior celerità sia possibile, e prima ricorreranno dalli illustrissimi signori don Aloisio de Avila commendatore maggiore, e ambasciatore Vargas, e baciatogli le mani in nome di questa città, gli presentaranno le lettere credenziali che se gli danno, e gli esporranno che, essendo avvisata e certificata questa città come si tratta di porre costì una Inquisizione molto più rigorosa del solito, il che ha fatto stupire, e restar piena di meraviglia tutta la città e Stato, vedendo che tutte le novità aggravano e danno infinita discontentezza alli popoli, e eterno aggravio appresso a tutta Italia e cristianità. Perciocchè essendo stata questa città delle prime del mondo, che ricevettero la santissima fede del nostro Signore Gesù Cristo, sino al tempo di San Barnaba apostolo, e così per mille cinquecento e venti anni e più sempre è perseverata nella santissima fede cattolica romana, nè mai ha deviato in cosa alcuna.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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