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      L'altro delle persecuzioni per testimonj falsi fatte a san Gerolamo dalli eretici sono notissime. Nè una legge conviene a tutti li popoli, siccome nè un rimedio ad ogni infermo, e manco alli sani. E qua vi sono bonissimi ordini sopra la santissima Inquisizione, i quali si servano. Egli è un tribunale della santissima Inquisizione, osservato con antichissima consuetudine, nel quale, conforme alli sacri canoni, intervengono molti teologi di tutte le religioni, molti ecclesiastici, per assessori molti dottori del collegio di Milano e un senatore: al qual tribunale non gli manca alcuna sorte di braccio e ajuto, chiamandolo, e dal principe, e dal senato, e hanno ogni autorità opportuna, e l'illustrissimo e invitto principe di Sessa più e più fiate si è offerto in pubblico di prender con le proprie mani li eretici, e consegnarli all'Inquisitore e ne ha mandato a prender dalla sua guardia tanto da piedi, quanto da cavallo. Nè manca al Sant'Officio d'ogni ajuto l'eccellentissimo senato, e questo è notorio.
      E perciò si supplica sua santità sia contenta non dar credenza alle false lingue, nè a chi, forse sotto specie di bene, non cessa seminar zizzania. E se per tanto tempo alcuni delli vicini eretici non hanno mai potuto infettare questa città, il che si ha da tener per certo, non riuscirà nell'avvenire con l'ajuto del nostro Signore Iddio. E se altrimenti è stato persuaso sua santità ovvero a sua maestà, è proceduto da persone o male informate, o malevole, e poco amorevoli al beneficio di sua maestà, e di questa città.
      E perciò le signorie vostre diranno esser venute in nome di questa città da sua santità per supplicare come a vicario del sommo Iddio in terra, e trattandosi di cose della fede, e per essere sua santità della nostra patria, e nostro vero padre e protettore, alla cui santità è notissima la nostra religione, e sincera e vera fede con le opere verso l'onnipotente nostro Signore Iddio, acciò sua santità non solo non venga in questa opinione de innovare cosa alcuna in questa causa, ma ancora ne ajuti e favorisca appresso la serenissima cattolica maestà del re n. s., che per le suddette cagioni si contenti fare il medesimo, e ne tenga in quell'opinione, che convien esser tenuti sì buoni, sì veri e sì antichi cristiani, e amorevoli e fedeli soggetti a S. M., come noi siamo, e devoti alla sedia apostolica, e che di questo ne faccia piena fede a sua santità e di ciò ne resteremo tutti, e in universale e in particolare obbligati alli predetti signori, e che per questo la nostra città non ha ancora inviato oratori da sua maestà.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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