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      Ma se della sua religione non può dirsi che male, non sembra professasse la nuova; e chi lo asserì lo ha probabilmente confuso con Geremia Landi di Piacenza, ch'egli introduce nel dialogo Cicero relegatus, e che, disfattosi da agostiniano, fuggì in Germania, apostatò, e scrisse Oratio adversus cœlibatum; Explicatio symboli apostolorum, orationis dominicæ et decalogi; Disquisitiones in selectiora loca Scripturæ.
      Di Ortensio pajono le Forcianæ quæstiones, dove si espongono i varj umori de' varj paesi d'Italia, e che alcuno male assegna ad Aonio Paleario. A lui pure è attribuito il Sermone di Rodolfo Castravilla contro Dante, ma lo credo piuttosto di Belisario Bulgarini da Siena.
      Più tardi l'imitò nella sguajataggine un altro milanese, Gregorio Leti (1630-1701). Dissipato in viaggi ogni aver suo, s'attaccò ai Riformati, e speculatore d'esiglio e di libertà, professò il calvinismo a Losanna, insegnò a Ginevra, dove ottenne la cittadinanza per rimerito delle sue scritture contro Roma e la Chiesa cattolica. Le quali son numerosissime, e tali che nemmanco i titoli può la creanza lasciar ripetere, bastando accennare il Parlatorio delle monache, i Precipizj della sede apostolica, la Strage dei Riformati innocenti, il Sindacato di Alessandro VII col suo viaggio all'altro mondo, il Nepotismo romano, l'Ambasciata di Romolo ai Romani; il Vaticano languente dopo la morte di Clemente X, con i rimedj preparati da Pasquino e Marforio per guarirlo. Si vantava di sempre aver tre opere sul telajo; e quando per l'una gli mancasse ordito, si applicava all'altra. In fatto però gli doveano costare ben poco, giacchè affastellava baje insulse; raccoglieva di qua, di là senza critica, non pensando che ad impinguare i volumi e moltiplicare dedicatorie, come lo accusa il Bayle. Per toccar solo di quelle che s'accostano all'argomento nostro, l'Italia regnante è un viaggio in quattro volumi (Valenza 1675) dove accumula anche aneddoti scandalosi, con notizie affatto inesatte60. Nella Historia ginevrina narra con insipida prolissità di Mario Miroglio canonico di Casale, il quale, rimproverato dal suo vescovo perchè viveva scandalosamente, fuggì a Ginevra, vi si fe catechizzare dal ministro Diodati, menò moglie e lasciò figliuoli, morendo nel 1665 (Parte iv, lib.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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