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      Pio V, a reprimer gli eretici, spedì a Mantova Camillo Campeggi teologo del Concilio, il quale carcerò molti e processò, e otto condannò a fare pubblica abjura in San Domenico. I costoro parenti cercarono levar il popolo a rumore, affine d'impedire quell'atto, e non riuscendo, insidiarono la vita dell'inquisitore, e ferirono due Domenicani la notte di Natale. Il duca Guglielmo, dopo professatosi ligio al Sant'Uffizio sino a offrirgli il proprio braccio se occorresse, pubblicò severo bando contro que' riottosi, ma insieme domandò al papa rimovesse il Campeggi (1568). Il papa, zelantissimo de' diritti ecclesiastici, non v'acconsentì; anzi di que' disordini imputò la tepidezza del duca. Questi era legato col Cellario, che conosceremo, e prese sdegno dell'arresto e della morte di questo: e tutto il pubblico n'era così irritato, che Pio risolse pubblicar la severissima bolla del 1569. E spedì colà san Carlo col cardinale Commendone, sicchè fu infervorata l'Inquisizione, e gravissime procedure si fecero e abjure pubbliche, non senza supplizj. Anche quelli che di là si erano dispersi pel resto d'Italia perseguitò alacremente il Borromeo, finchè tutti gli ebbe in mano.
      Da Mantova era fuggito il canonico Strancario, che trovammo predicatore antitrinitario in Polonia, ed Alfonso Corrado che in un commento sull'Apocalisse scagliasi violentissimo contro i pontefici.
      Il benedettino Giambattista Folengo, fratello di Merlin Coccajo autore delle Macheronee, pubblicò commenti sulle Epistole e sui Salmi, che i Protestanti trovarono nel loro senso, e vollero indurne ch'e' fosse del loro pensare; vennero messi all'Indice, ma l'autore li corresse, e Paolo IV non esitò a mandarlo in Ispagna, visitatore del suo Ordine.
      Como, essendo contiguo a paesi settentrionali, soleva servire di passaggio a uomini e cose infette, e da Germania vi si mandavano balle di libri ereticali, come si scoprì poi nel 1549 per mezzo del Sant'Uffizio di Roma63. Doveva fomentarvi le nuove idee la vicinanza degli Svizzeri e de' Grigioni; pure, sebbene con cura speciale abbiam indagato gli archivj di quella curia, dov'erano nelle visite indicati tutti i miscredenti o sospetti, non trovammo alcun comasco personalmente indicato, oltre il Minicio e il Gamba che già mentovammo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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