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      Che la gente chiusa ne’ conventi sia ormai inutile affatto alla società, non v’è chi l’ignori. Ma non basta: voglionsi pure svelare certi misteri, per mostrarla non tanto inutile quanto, e anche più, nociva, siccome quella che rappresenta un ordine d’idee in opposizione e in contrasto con le idee non pur professate dagli uomini meglio pensanti del secolo, ma già radicate eziandio nella pubblica e generale opinione.
      Senza la reclusione monastica, tante giovanette d’ingegno peregrino si sarebbero elle vedute, per isnaturatezza di parenti e per sobbillamento di confessori, sepolte in carceri inaccessibili a ogni lume sociale, a ogni voce dell’umanità? poi, nel pentimento d’un voto che le strappava irrevocabilmente agli affetti e ai doveri della famiglia pe’ quali erano state create dal Signore, dopo una esistenza cachettica, scendere immature nella tomba, senza il compianto della madre, delle sorelle, delle congiunte e compagne?
      So che non pochi, né inoperosi sono, colla sottana e senza, i partigiani del monachismo; e che potrebbero essi obiettare, che, se veri fossero i miei giudizi intorno agli effetti della reclusione monastica, tutte le monache, ora che ne hanno la libertà, avrebbero già abbandonato i chiostri; il che non avviene, massime nelle nostre provincie meridionali.
      Risponderò che i confessori di quelle infelici fanno loro prima, anzi sola ed esclusiva cura del deprimerne e immiserirne gli spiriti,
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      insinuandovi massime d’egoismo e di misantropia, che non sono certamente quelle della religione di Cristo, facendo lor vedere fuori del parlatorio la perdizione e l’abisso; mostrando sul limitare del chiostro le maledizioni del Cielo e i fulmini di Roma, pronti a scoppiare sul capo di chi osasse oltrepassare.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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