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      L’Italia, con poco più di 24 milioni di popolazione, contrapposta a’ 37 milioni della Francia, è coverta da 82 ordini religiosi, e da 2382 conventi: il che torna a dire ch’essa continua nel 1864 a possedere il doppio numero de’ conventi, che nel 1789 esistevano in Francia, paese notabilmente più grande e più popolato.
      L’ingente cifra di questi 2382 conventi si spartisce così: 15.500 religiosi professi, 18.198 religiose professe, 4474 fratelli conversi e 7671 converse; in tutto 45.843 religiosi, ovvero la popolazione
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      intera d’uno Stato inferiore della Confederazione germanica.
      Ponendo in confronto, continua a dire il Débats, i beni del clero in Francia nel 1789 e quelli del clero in Italia nel 1864, troviamo che in Italia, tanto le corporazioni, quanto i vescovadi, le fabbriche, le prebende, ecc., godono d’una rendita, calcolata officialmente ad italiane lire 75.266,216, mentre il clero in Francia percepiva allora 133 milioni di sola decima, e le sue rendite potevano calcolarsi, senza esagerazione, un quarto di quelle di tutta la Francia. Del resto, allorché il decreto 2 novembre 1789 dichiarò proprietà nazionale i suoi beni, essi furono stimati un miliardo e cento milioni.
      I beni del clero in Italia elevansi a quasi due miliardi, ossia un decimo meno del doppio di quello, che innanzi alla rivoluzione possedeva l’opulente clero di una delle più opulenti e potenti e popolose nazioni della terra!
      Dalle cifre speciali passiamo ora alle generali. La complessiva enumerazione che segue, è tratta da’ computi statistici, or ora pubblicati dal Giornale officiale di Napoli.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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