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      Uno sopra cinquanta! Misericordia! Quale epidemia, quale micidiale calamità ha mai decimato un popolo in proporzioni tanto incalzanti, e con siffatta permanente intensità!
      Tre sole città d’Italia Roma, Napoli e Palermo contengono 30.000 cittadini de’ due sessi, stranieri al passato, nemici del presente, sterili all’avvenire della loro patria.
     
     
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      VIIIScene e costumi
     
     
     
     
      De’ monasteri benedettini di Napoli San Gregorio Armeno era quello che al tempo del mio racconto riuniva il maggior numero di monache professe. Ve ne trovai infatti cinquantotto: poche d’avanzata età, la più parte giovani, od almeno non vecchie, e tutte, siccome dissi, appartenenti alle più cospicue, se non sempre alle più ricche, famiglie dell’ex capitale.
      Ebbi però l’occasione d’osservare, fin dal primo giorno del mio ingresso in convento, che le condizioni intellettuali e morali di quelle suore non rispondevano punto all’elevatezza de’ loro natali. Dall’egoismo di snaturati genitori e di fratelli destinate sin dalle fasce a seppellire e mente e cuore e bellezza nella solitudine, ad immolare, meno alla religione che all’avidità de’ congiunti, ogni loro affetto, perfino il filiale, a fare solenne ed irrevocabile rinunzia de’ doveri e de’ diritti che vincolano l’individuo alla famiglia, alla nazione, all’umanità, senza riguardo alcuno all’indole socievole, all’ignea tempra, alla mobilità del loro carattere ereditario; allevate per tale motivo nell’allontanamento da ogni dottrina, atta a dilatare la sfera delle loro idee, a disciplinare e fecondare i loro sentimenti, ad ingentilirne i costumi; non d’altra cosa al mondo informate, che di leggende, di miracoli, di visioni, di ascetiche fantasmagorie, attinte nella lettura degli scarsi libri agiografici, che loro ha concesso l’indice della famiglia, né, sia dentro o fuori di casa, trovatesi mai al contatto d’altra persona che non fosse uno stretto consanguineo od il proprio confessore; le monache del più inclito di tutti gli ordini, dico le Benedettine, sono altrettanto spoglie de’ pregi che distinguono la donna bennata, quanto pure destitute di quelli che in altre più civili società rendono tuttavia rispettabile la religiosa.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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