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      «Avete avuto ambasciate verbali? »
      «Neppure » (oziose interrogazioni!).
      « Come dunque hanno avuto termine i vostri amori? »
      «Sono stata abbandonata dagli amanti».
      «E la mamma?»
      «La mamma s’indispettì nel vedermi serbar la fede al secondo amante».
      «Ecco, figlia mia» esclamò allora, «ecco la differenza che passa fra lo sposo mondano e lo Sposo celeste! Quelli vi hanno abbandonata, benché li amaste: questi vi ha seguìta, e fedelmente vi seguita, mentre di lui non vi cale, e tuttavia persistete a respingerlo. I primi hanno amareggiato il calice puro della vostra giovinezza: il secondo vuoi colmarvi d’ineffabili e sempiterne voluttà. Egli vi apre la sua casa, v’introduce in questa sua famiglia, vi schiude le braccia con tenerezza, ed ansiosamente vi aspetta. per farvi dimenticare nei sublimi conforti dell’amor suo, i dissapori di che gli uomini vi abbeverarono».
     
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      Continuò per lunga pezza su questa solfa mediocramente edificante.
      Alfine, io, presa alla mia volta la parola: «È o non è vero» dissi, «che l’uomo è stato creato per l’umanità? Se, come dite, la famiglia di Cristo, fosse questa ristretta comunità, perché dunque il figlio di Dio sarebbesi fatto crocifiggere a salvamento dell’intero genere umano? Dice la santa Scrittura che, per compiacersi nella solitudine, fa d’uopo essere o dio o bruto: Quis solitudinem delectatur, aut Deus, aut fera est. Ora, reverendo mio, io non sono né all’altezza della Divinità, né nella condizione delle belve: amo il mondo, e mi compiaccio nella società dei miei simili.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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