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      sti benefizi. E però il chierico protetto è sicuro di acchiappare presto o tardi il patrimonio e la cappellania, nel qua! caso la protettrice fa sovente a proprie spese la festa della prima messa; e mi rammento di un tale chierico, divenuto, Dei gratia, prete, il quale, per essersi addentrato nella benevolenza della patrona, si ebbe non solamente gratis le spese della festa, ma eziandio un sontuoso banchetto in casa sua per 24 persone, apportatogli dalla carrozza in livree di gala, che la monaca chiese in prestito dalla propria famiglia.
      La badessa approvava tali scandalose prodigalità, anzi le fomentava dicendo: «Io pure ho fatto lo stesso; scapriccitevi, povere ragazze! in fede mia, si è fatto sempre così».
      Per altro inculcava loro fra’ denti di non fare in mia presenza ostentazione di quelle stoltezze: al che assentivano le suore, avvedutesi ch’io non voleva punto conformarmi al loro modo di pensare e’di operare. Egli è perciò che al vedermi comparire innanzi interrompevano sempre i loro ragionamenti, e nel mandare il suddetto pranzo al prete si studiarono d’impiegare le più minute precauzioni, acciocché la lautezza rimanesse sconosciuta a me.
      Usavano nella Settimana Santa di acconciare magnificamente una parte del coro per eseguirvi, in memoria del fatto evangelico, la funzione della lavanda dei piedi. Erano collocati sugli altari i simboli della Passione, unitamente a tutta l’argenteria particolare di ciascheduna delle monache, mentre un’infinita quantità di ceri illuminava la scena.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





Settimana Santa Passione