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      Un’altra piastra fu offerta per mancia al cameriere, oltre due carlini dati al facchino. Le monache, tutte ansanti, affollate nella portineria, ne giubbilavano, e quelle di loro che si appropriavano il complimento facevano a gara a proporre in favor del cameriere in livrea più lauta la mancia.
      Giunse in quel mentre il ragioniere.
      «Sapete, Don Giuseppe, che il cardinale ci manda un altro dono più magnifico del primo? preparatevi a scrivergli una seconda lettera di ringraziamento in nome della comunità».
      «Davvero!» sciamò con un salto d’allegrezza il ragioniere. «E cosa vi manda?»
      «Un pesce!... ma che pesce! ce ne sarà per le converse!»
      «E ne avanzerà!».
      Le converse leste leste tirarono l’ingente storione presso la porta. 11 ragioniere si pose gli occhiali, lo guardò dal capo alla coda, lo fece voltare e rivoltare, e, dopo d’avere ruminato tutto ciò che sapeva d’ittiologia, disse atterrito:
      «Sapete, mo’, signora badessa, e voi altre reverende, che questo mi sembra un pesce da museo di storia naturale?»
      «Un pesce da museo!» ripeterono in coro più di cento voci. «Il regaloo è dunque molto più splendido che non avevamo creduto da prima ! »
      «Che! che! l’è una burla bell’e buona! È un pesce che non si mangia! »
      « Ma se l’ha portato il cameriere dell’altra volta!» soggiunsero le monache.
     
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      «Ho l’onore di dirvi che questo è un mostro!»
      «Don Giuseppe mio, farneticate!»
      «Ebbene, fatelo vedere a qualche marinaio!»
      Mentre le suore tutte stavano ancora sclamando: Gesù! Gesù! sopravvenne il pescatore dalla vicina piazza del Purgatorio, il quale, gettato uno sguardo sul regalo, gridò:


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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