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      Se non che le francesi, avuto sentore della calunnia, sono pronte e risolute a rendervi colpo per colpo. Già il piano d’attacco è concertato, l’accusa è stesa; il ministro francese, tutti i sudditi della repubblica in movimento, la gente della polizia in piedi, la capitale in subbuglio... E frattanto voi vi occupate di queste inezie!»
      La superiora puntò le mani sul tavolino per balzare in piedi, ma la forza essendole mancata, ricadde di tutto peso sulla poltrona.
      «Posso almeno sapere di qual delitto m’accusano quelle scellerate?» domandò più morta che viva dallo spavento, e con parole semispente fra’ denti.
      «Di cospirazione, di liberalismo, di lesa Maestà... Congiura nel vostro conservatorio: monache liberali.., voi il loro Masaniello... testimonianze prese dall’ispettore... lettere intercettate, documenti parlanti... prove e indizi irrefragabili. Poveretta! in qual cattivo passo vi trovate!»
      «Miserere mei Deus! Io Masaniello! Io rea di alto tradimento! quale esecranda macchinazione!» gridò esterrefatta la sfegatata borbonica.
      «C’è l’ambasciatore dimezzo, e la vincerà».
      «Mi credete dunque irreparabilmente perduta?»
      «Ahimè! lo temo».
      «E le suore del conservatorio?»
      «Vostre nemiche la maggior parte».
      «E voi, cara e buona... E voi, fedele e generosa Enrichetta?».
      A questo punto corsi verso la finestra, e dalla finestra alla porta: l’aprii per metà, vi tesi l’orecchio, poi, d’un salto ritornata presso l’abbadessa,
      «I birri! i birri!» gridai da spiritata: «entrano in questo momento: i birri nella porteria!


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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