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      ..? (perché sulla tua tomba te lo giuro, o Manin, Venezia pure prenderà parte alla festa!). Dite, ve la figurate voi questa visione, che domani sarà chiamata realtà? È finita: menzogne, simulazioni, ceneri, notte, tutto è scomparso: l’Italia esiste; l’Italia è Italia!
      «Sì, dov’era un’espressione geografica, v’ha una nazione: dov’era un cadavere, vi ha un’anima: dov’era una larva, vi ha un arcangelo, il raggiante cherubino della civiltà cristiana, la Libertà, in piedi e coll’ali spiegate. L’Italia, la grande defunta, si è ridesta. Miratela, essa si alza, e pietosa sorride al genere umano; dice alla Gre-
     
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      cia: Io sono tua figlia; dice alla Francia: Io sono tua madre!
      «Sovrano corteggio essa ha intorno a sé: i suoi poeti, i suoi oratori, i suoi artisti, i suoi filosofi, i suoi grandi cittadini, tutti quei consiglieri dell’umanità, quei padri conscritti dell’intelligenza universale, tutti quei membri del senato de’ secoli; e alla destra e alla sinistra quei due terribilmente sommi: Dante e Michelangelo. Quale trionfo! quale avvenimento! quale meraviglioso fenomeno! Il più maestoso de’ fatti compiuti, l’unità che d’un solo lampo rischiara quella magnifica pleiade di città sorelle: Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Pisa, Siena, Parma, Palermo, Messina, Napoli, Verona, Venezia, Roma!
      «L’Italia si leva; ecco, cammina, incessu patuit dea; essa risplende, esultante del suo genio, al progresso del mondo intero comunica la grande febbre, e l’Europa si scuote, si elettrizza a questa luce portentosa.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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