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      Un simile atto di abnegazione farebbe di voi il più grande della vostra stirpe, dal re del pollo in pentola fino a vostro padre d’infausta memoria. Attorniato da vili cortigiani, che mendicano ancora il vostro sorriso e l’ultimo vostro favore, oggi non potrete valutare questo consiglio d’un nemico; quando avrete dormiti gl’insereni sogni dell’esilio, e vi sarete sul libero suolo dell’Inghilterra purificato dai miasmi della reggia, allora forse lo giudicherete meno strano, e ve ne sovverrete.
      «Sire, partite senza collera e senza rancori, perché né rancori né collera lasciate in noi. Vi perdoniamo! I popoli non hanno memoria, che raramente, e per ciò sanno mostrarsi magnanimi. La vostra giovinezza, quantunque da atti truci offuscata, ci commuove ancora, come l’aurora dei mari del sud, che un subito nugolio vela e
     
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      nasconde. Questo popolo ha cuor di poeta, e non ancora mente politica. Bravare le maledizioni e le rappresaglie per ottenere un successo, come il padre vostro operò, può ancora giustificarsì: lasciarsi andare, come voi fate, a manovre spettacolose da opera comica, non è né dignità dì principe, né azione di cristiano, né impresa di cittadino. Non avrete dovunque battaglioni, che muoiano per voi alla vostra porta!
      «Addio, Sire; rassegnatevi alla giustizia degli uomini, se volete che Dio vi sia giusto; portate con grandezza d’animo la pena dei delitti dei vostri maggiori; procurate di potervi dire a tutta ora di vostra vita: «Feci spargere tanto sangue, e non più ch’era mestieri, onde salvar l’onore»; fate in modo di restar cavaliere, cessando di essere re; siate dei nostri tempi, all’altezza del secolo, al livello della civiltà e della scienza; chinate riverente il capo davanti al diritto nuovo, che fu sempre il diritto eterno, quello del popolo e della nazione; rinunziate ad infruttuose e criminose riscosse; circondatevi di uomini di voi migliori, non di lacché, che nell’animo vi stillino il fiele dell’odio, e il fumo delle stolte ambizioni!


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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