Pagina (336/337)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      In questo tempo mi avvenne di far conoscenza con un uomo di mezza età, i cui sentimenti elevati, in armonia colla fermezza del carattere, si cattivarono il mio rispetto, e me lo fecero fin dal primo istante reputare di gran lunga superiore a quel che generalmente sono gli individui di lignaggio principesco.
      Egli portava scolpita nel cuore la santa immagine dell’Italia redenta, e al capo una larga cicatrice, ricordo di ferita riportata il 15 maggio dalla sciabola di uno svizzero.
     
      Egli m’amò per le sventure mie,
      Ed io l’amai per la pietà che n’ebbe.
     
      Shakespeare, Otello
     
      La conformità delle opinioni e delle vicende fortificò la nostra amicizia. Si trattò poco appresso di consacrare questa scambievole simpatia coll’impronta della religione, e ricorremmo alla Chiesa per la benedizione del matrimonio.
      La Chiesa formalmente ricusò il suo consenso.
      Pratiche, suppliche, tutto fu vano innanzi a quel piramidale ed inesorabile Non possumus; dovemmo far benedire il nostro matrimonio da un sacerdote di rito diverso.
     
      [270]
     
      Ed eccomi finalmente felice.
      Accanto ad un marito che mi adora, a cui rispondo con uguale amore, mi trovo nello stato in che Iddio pose la donna fin dalla settimana della Genesi.
      Perché, compiendo gli offici di buona moglie, di buona madre, di buona cittadina, perché pur io non potrò aspirare a’ tesori della Divina misericordia?
     
      [271]
     
     
      Indice
     
      MISTERI DEL CHIOSTRO NAPOLETANOAl lettore
      I L’infanziaII I primi amori
      III La gelosiaIV Il lutto
      V Il chiostroVI L’abbandono
      VII I reverendiVII Scene e costumi


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





Italia Otello Chiesa Chiesa Iddio Genesi Divina Scene