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      Re, monaci, santi, guerrieri, montanari, industriali, artisti, poeti, si succedono dal Monginevra al Moncenisio, per le Chiuse e alla Novalesa, sul Pirchiriano, a Torino, a Superga, a Sántena.
      Anche di miracoli parla il Regaldi; e fa bene. La composizione di coteste tradizioni giova agli studiosi per sorprendervi e raffrontare fra loro le costumanze e le facoltŕ d'una famiglia di popoli. Vero č che egli appartiene a quella scuola poetica che adoperava assai il soprannaturale, a quel modo che certa scuola pittorica fece grande sciupío di azzurro di Prussia a fine di ristorare il cristianesimo. Non perň il Regaldi metterebbe pegno per acquistar fede ai miracoli ch'egli racconta. Č ben capace di stare a udire con faccia tosta un da ben parroco che gl'infinocchi il racconto di non so che pisside portata via da certi soldati, e che poi fece un buco nei sacchi delle salmerie militari, e se ne rivolň tutta raggiante al suo posto: ma dopo ciň fa una crollatina di capo, conchiudendo «Lascio il miracolo sotto le arcate della chiesa parrocchiale» ecc. ecc., e passa a sbizzarrirsi con l'Inquisizione e suoi nefandi processi alle streghe o masche. Ancora: il Regaldi s'intrattiene volentieri a chiacchiera con preti e frati, e spesso ha da lodarsi in buona fede, e io lo credo, del fatto loro; non sí perň che un sorrisetto fine insieme e bonario non gli scappi talvolta. «Che v'č di nuovo a S. Antonino? (un paese qualunque della montagna). Di veramente nuovo, mi fu risposto, abbiamo il prevosto Agostino Belmondo, accolto ora con feste popolari.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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