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      Voi, bel contino, che non parlate se non di crociate, voi siete un povero valletto di Sua Maestà il re di Prussia, e meglio fareste a entrar nella guardia che a pompeggiarvi qui nel palazzo della Poesia dove non avete che fare. E tu bel trovatore, sospiroso per la dama de' tuoi pensieri, tu non se' altro che un commesso di negozio e hai avuto un po' di fortuna con una cameriera. Voi siete tutti santi falsi, cavalieri falsi, trovatori falsi. Io vi smaschererò tutti, facchini: sotto le maschere lisce mostrerò le vostre facce rugose di sagrestani e di ciarlatani, e sotto le giubbe di seta i vostri abiti frusti di usurai e d'impiegati. Quanto a voi, dame illustrissime, non esamino i vostri titoli. Che sarebbe la commedia e la tragedia della vita, se voi non aveste il diritto di burlarvi di noi, di farci saltare come burattini ed empierci i cuori di torture divine e di voluttà dolorose? Contesse, ballerine, zingare e cortigiane, vi amo tutte e tutte vi canto. Voi siete belle: viva il ballo. - A questa uscita, scoppiò una tempesta di risa e di grida. La voce stridente del cavaliere passava nel midollo delle ossa: c'era nella sua amarezza non so che d'aspro e straziante che facea venire i brividi. La vecchia bicocca romantica tremava dalle fondamenta. Ve ne furono che gli domandarono ragione de' suoi insulti: egli incrociò la spada con loro, e li abbattè sul pavimento distesi senza voglia di ricominciare. - Nella vostra sala si affoga - disse il vincitore: - mi bisogna aria e l'alito dei boschi.


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Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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