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      «Tutt'a un tratto il capriccioso negromante interruppe la musica ammaliatrice con un tocco stridente, e si mise a sonare arie sķ comiche che non si poteva udirle senza ridere. Queste arie avevano di strane virtś: facevano, ciascuna, entrar di sśbito nella sala un personaggio del tempo; e ballava come un burattino, e dispensava in pubblico i suoi pensieri piś segreti. Una volta era il grosso banchiere di Berlino, Gumpel, intitolantesi in Italia marchese Gumpelino, che declamava un po' di Shakspeare, calcolando il rialzo della rendita, e si metteva in testa d'essere il Romeo d'una bizzarra inglese, la quale gli ministrava teneramente certo filtro di farmacia che lo guarķ per sempre da' suoi amori imprudenti. Altra volta č Saul Ascher, filosofo kantiano, con le gambe attratte, la secca persona esprimente l'imperativo categorico; e cammina, cammina, ripetendo, come un orologio - La ragione č il primo principio. - Una terza volta č il vecchio Schlegel con le sue trenta parrucche di riserva. Finalmente č tutta una galleria...
      « - Ah, voi gridate contro queste care figurine? - dice il mago. - E pure siete voi, č la vostra generazione, che si chiama sciocchezza, ipocrisia, servilitą. Con le vostre pie bigottaggini, con le vostre vigliacche concessioni, voi avete avvelenato la vostra religione, la vostra filosofia, la vita intera. D'altra parte, tutto č sogno, chimera, illusione. La poesia č tanto pazza quanto la realtą č stupida. La storia č una commedia che il buon Dio si concede per ammazzare il tempo.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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