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      Ahimè, tali bestie vili e immorali prosperano nella nostra società, mentre ogni cane virtuoso, ogni cane della verità e della natura, che resta fedele a' suoi convincimenti, crepa miserabile e tignoso sur un letamaio. - Cosí mi parlò lo studente; e molto mi contentò quella sua altezza di giudizi politici»8.
      Cosí Arrigo Heine trovò ben presto in Parigi il disinganno; e non meno presto cercò e trovò la lotta, anche, pur troppo, co' suoi compagni d'esilio. Il Börne giudicava l'Heine, dopo il libro che fu pubblicato anche in francese col titolo De la France, cosí: «Io posso essere indulgente con un fanciullo che giuoca, con un giovane innamorato; ma quando in un giorno di sanguinosa battaglia, il fanciullo va a caccia di farfalle pe'l campo della strage e mi si mette fra le gambe, quando, in un'ora di suprema angoscia, che noi preghiamo Dio con ardore, il giovane sguaiato, fra noi, non vede né guarda altro in chiesa che le belle ragazze, e fa l'occhietto e dice le paroline dolci; allora, con tutto il rispetto alla filosofia e all'umanità, v'è ben ragione di andare in collera. Heine è un artista, un poeta; e ad essere riconosciuto tale da tutti, non gli manca che il suo voto. Ma egli spesso vuol essere qualche altra cosa che poeta, e spesso si perde. Chi, come lui, non vede nulla piú su della forma, deve tenersi alla forma; altrimenti, passato a pena quell'orlo, ei cade nell'illimitato e vi s'inabissa e dispare. Chi adora per suo dio l'arte, e solamente per capriccio fa orazione di quando in quando alla natura, quegli oltraggia insieme la natura e l'arte.


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Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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