Pagina (96/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mascalzone, egli m'impillacchera anche la mia corona di fiori, la bella corona di fiori che porto in capo, ma che, detto fra noi, è già mezza secca e non manda piú odore... Ahi, ahi! egli erano freschi e allegri fiori il giorno che me ne adornai, nel pensiero che la dimani si anderebbe alla battaglia, alla santa e vittoriosa morte per la patria... È oramai un bel pezzo, ed io me ne seggo qui tristo e sfaccendato in via Laffitte, e aspetto la battaglia; e intanto i fiori mi appassiscono su 'l capo, e anche i capelli m'imbiancano, e il cuore mi si ammala nel petto. Dio santo! com'è lungo il tempo di questo attendere oziosi! alla fine mi muore anche il coraggio... Io veggo la gente che passa guardarmi pietosamente, e susurrar l'uno all'altro: Povero pazzo!10»
      E intanto nel sacro suolo della patria, nella Germania tutta nera di querce e d'idee, il movimento incalzava; e in pochi anni alla Giovine Alemagna, specie di repubblica girondina che la dittatura contro il passato esercitava nelle poesie nei romanzi e nei drammi, succedeva la sinistra hegeliana, specie di montagnardi che tutte le idee del passato cominciando da Dio decapitavano sotto la ghigliottina filosofica; succedevano i poeti politici, specie di volontari del '93, che stanchi di combattere per parole e di decapitare idee volevano romperla con qualche cosa, ma non sapevano che. A questo punto Heine si smarrí.
      E pure il giacobinismo del Börne era, con un piú ardente amore alla patria tedesca, quello stesso giacobinismo delle lettere da Helgoland.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





Laffitte Povero Germania Giovine Alemagna Dio Heine Börne Helgoland Dio